UAAR, come i più sapranno, è l’acronimo di Unione Atei Agnostici Razionalisti.
In più d’uno (su due piedi mi vengono in mente Flavio Oreglio e Paolo Flores d’Arcais, ma ce ne saranno sicuramente altri) si è chiesto com’è possibile che si schierino dalla stessa parte gli atei e gli anostici.
Per precisione, cito le esatte parole del giornalista di MicroMega:
«Non c’è lucidità già a partire dalla sua denominazione, che unisce termini sostanzialmente antitetici quali “ateo” (cioè chi prende particolarmente a cuore la questione del divino) e “agnostico” (cioè chi di tale questione se ne infischia)»
L’UAAR ha risposto (una volta tramite Roberto Grendene, un’altra tramite Marco Accorti) senza convincere nemmeno me, che a questa associazione sono iscritto.
La replica dovrebbe essere banale, tanto quanto la domanda (particolarmente provocatoria nel caso di D’Arcais).
Basterebbe riportare la definizione del dizionario per spiegare a chi si domanda (e per zittire chi prova a ridicolizzare).
L’agnosticismo non è soltanto la corrente di pensiero di “chi se ne infischia”, ma, come riporta il Devoto Oli, può essere inteso come:
1. Dottrina filosofica che afferma l’incapacità della mente umana a conoscere l’assoluto, in quanto estraneo alla scienza positiva.
2. Disinteresse o indifferenza verso ogni genere di problemi umani.
Che, per dirla in termini spiccioli, sarebbe:
2. Non me ne frega una cippa che Dio esista [e questa è la definizione a cui si appigliano i due di cui sopra] ;
1. L’esistenza di Dio non può essere provata in alcun modo per cui mi astengo dal fornire una risposta definitiva, perchè equivarrebbe a tirare a caso.
A questo punto, è più chiaro l’elemento comune alle due AA dell’associazione: la miscredenza.
Sulla questione dell’ateismo come il credere nella non credenza, che ignoranti del calibro di Antiuaar continuano a “sottolineare”, mi rifiuto di entrare in merito perchè, come direbbe un mio ex professore: “Signorina… Almeno le basi!!”